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In uno racconto le vicende di famosi personaggi storici, i quali, da "pazienti insigni" hanno dovuto far ricorso ai prodigi della chirurgia, compiuti da "grandi chirurghi". Una bella idea trasformata da un primitivo bozzolo giornalistico in un racconto denso di dettagli e di pathos, dove s'intrecciano eventi importanti, già passati alla storia e rivissuti alla luce di nuove testimonianze e documentazioni. Si apre con l'evocazione dei grandi miti: Esculapio, Asclepiade, Galeno e altri remoti profeti della medicina antica. Poi lo sguardo si allarga alla Scuola Medica Salernitana, a re famosi e meno noti pionieri della chirurgia, per approdare a Napoleone. E finalmente il corpo vero dell'opera con le "vite parallele dei dotti della medicina e dei reggitori di popoli, ineluttabilmente avvicinati dal destino": da Garibaldi, che rischiò l'amputazione del piede ai drammi dei regnanti di casa Savoia come Umberto I, vittima di un attentato, o di Vittorio Emanuele III, malato cronico e non sempre immaginario. E ancora altri grandi malati: Mussolini, Togliatti, Evita Perón, Suor Caterina Capitani, Giovani Paolo II, Silvio Berlusconi. Insomma, il bisturi che incide nella storia.